in S. Cavicchioli - L. Provero (edd.), Public Uses of Human Remains and Relics in History, New York, Routledge, 2019, pp. 11-28., 2019
Accounts in the Gospels provide some information on the treatment that was reserved for the body ... more Accounts in the Gospels provide some information on the treatment that was reserved for the body of Jesus after death. These particulars and above all some omissions reveal a certain embarrassment in recounting both the inglorious end to Jesus’ life and the dishonourable treatment accorded to his corpse, which had to comply with the provisions for those condemned to death. Rereading these texts in the light of Jewish law, without ignoring the apologetic intent of the evangelists, reveals a deliberate attempt to ennoble the accounts of the ignominious burial of the Nazarene.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books
A new, improved, and unabridged issue of the normative edition of the Coptic-Arabic Euchologion (Missal), originally printed in Cairo in 1902, with a complete Italian translation. The text features the handwritten corrections by original editor ‛Abd al-Masīḥ Ṣalīb al-Mas‛ūdī al-Baramūsī (1848-1935). The Arabic text now is vocalized. The work is preceded by an extensive essay on the Egyptian Church and liturgy, a description of the ceremonial aspects of the Coptic rite, and a comprehensive and up-to-date bibliography.
Vollständig überarbeiteter Neudruck der normativen Ausgabe des koptisch-arabischen Euchologions (Missale) für den liturgischen Gebrauch, ursprünglich 1902 in Kairo gedruckt, hier mit kompletter italienischer Übersetzung. Eingearbeitet sind die Korrekturen des Handexemplars des Herausgebers ‛Abd al-Masīḥ Ṣalīb al-Mas‛ūdī al-Baramūsī (1848-1935). Der arabische Text jetzt vokalisiert. Mit einer ausführlichen Einleitung über die ägyptische Kirche und ihre Liturgie, einer Beschreibung der zeremoniellen Aspekte des koptischen Ritus sowie einer erschöpfenden und aktualisierten Bibliographie.
Cloaked in mystery, these artifacts have long been objects of reverence and awe, as well as sources of debates, quarrels, thefts, and excommunications. Shrouds—so some claim—provide visible testimony to faith. One in particular has drawn the interest of scholars, clergy, and the public alike: the Shroud of Turin.
In The Shroud of Turin, Andrea Nicolotti chronicles the history of this famous cloth, including its circuitous journey from the French village of Lirey to its home in the Italian city of Turin, as well as the fantastical claims surrounding its origin and modern scientific efforts to prove or disprove its authenticity.
Full of intrigue and mystery, The Shroud of Turin dismantles hypotheses that cannot survive the rigors of historical analysis. Nicolotti directly addresses the thorny problem of the authenticity of the relic and the difficult relationship between history, faith, and science.
Fu aperto un processo a suo carico, ma la commissione incaricata di studiare il caso si orientò favorevolmente verso di lui, convincendosi della non autenticità della Sindone. Pare che anche papa Leone XIII si fosse persuaso: non sustinetur, furono le sue parole. Essendo la famosa reliquia proprietà personale del re d’Italia, si preferì tuttavia non prendere alcuna decisione ufficiale, costringendo Chevalier a tacere. In seguito silenzio e censura calarono sul risultato del processo; anzi, si negò che esso fosse mai avvenuto. Questo saggio, che pubblica e interpreta per la prima volta sia la documentazione processuale della Santa Sede sia la corrispondenza personale dello studioso francese, ricostruisce nei particolari l’intera vicenda e la rilegge nel contesto in cui essa si è svolta, in un momento di profonda tensione culturale all’interno della Chiesa e alle soglie della crisi modernista.
Ce livre raconte la véritable histoire du suaire de Besançon et la création des fausses légendes médiévales le concernant. Il apparaît que l’entreprise d’Othon de la Roche fut inventée, sur la base de documents falsifiés, par l’auteur d’un écrit anonyme contenu dans le manuscrit 826 de la Bibliothèque d'étude et de conservation de Besançon ; ce manuscrit contient aussi un autre écrit, tout autant anonyme, qui, lui, nie l’authenticité de la relique. Le lecteur trouvera ici la transcription intégrale du manuscrit, accompagnée d’un commentaire historique, et découvrira l’identité des deux auteurs jusqu’ici inconnus.
Questo libro prende in esame ciascuna di queste prove e sottopone al vaglio della critica storica l’intera ricostruzione. La conclusione è che nessuno degli appigli documentali presentati può dimostrare ciò che si pretende, e che tutta la teoria è fondata su fraintendimenti, manipolazioni dei testi, approssimazioni ed errori materiali. Il collegamento tra i Templari e la Sindone, pertanto, risulta totalmente indimostrato. L’occasione fornisce lo spunto per una riflessione su un certo modo di scrivere la storia: interi edifici basati su castelli di supposizioni e forzature, nei quali l’uso della fantasia e l’intento di giungere in ogni modo ad una conclusione già decisa in partenza si sostituiscono ai consueti metodi e strumenti di lavoro propri dello storico. Questo genere di pseudostoria, che si nutre avidamente di sensazionalismo, trova largo spazio all’interno di libri, articoli giornalistici e programmi televisivi che si sostengono vicendevolmente; ciò alimenta la crescita di stereotipi e false credenze tra il grande pubblico dei non addetti ai lavori, allargando sempre più il divario già esistente tra questo genere di letteratura e la seria divulgazione storica."
Papers
A new, improved, and unabridged issue of the normative edition of the Coptic-Arabic Euchologion (Missal), originally printed in Cairo in 1902, with a complete Italian translation. The text features the handwritten corrections by original editor ‛Abd al-Masīḥ Ṣalīb al-Mas‛ūdī al-Baramūsī (1848-1935). The Arabic text now is vocalized. The work is preceded by an extensive essay on the Egyptian Church and liturgy, a description of the ceremonial aspects of the Coptic rite, and a comprehensive and up-to-date bibliography.
Vollständig überarbeiteter Neudruck der normativen Ausgabe des koptisch-arabischen Euchologions (Missale) für den liturgischen Gebrauch, ursprünglich 1902 in Kairo gedruckt, hier mit kompletter italienischer Übersetzung. Eingearbeitet sind die Korrekturen des Handexemplars des Herausgebers ‛Abd al-Masīḥ Ṣalīb al-Mas‛ūdī al-Baramūsī (1848-1935). Der arabische Text jetzt vokalisiert. Mit einer ausführlichen Einleitung über die ägyptische Kirche und ihre Liturgie, einer Beschreibung der zeremoniellen Aspekte des koptischen Ritus sowie einer erschöpfenden und aktualisierten Bibliographie.
Cloaked in mystery, these artifacts have long been objects of reverence and awe, as well as sources of debates, quarrels, thefts, and excommunications. Shrouds—so some claim—provide visible testimony to faith. One in particular has drawn the interest of scholars, clergy, and the public alike: the Shroud of Turin.
In The Shroud of Turin, Andrea Nicolotti chronicles the history of this famous cloth, including its circuitous journey from the French village of Lirey to its home in the Italian city of Turin, as well as the fantastical claims surrounding its origin and modern scientific efforts to prove or disprove its authenticity.
Full of intrigue and mystery, The Shroud of Turin dismantles hypotheses that cannot survive the rigors of historical analysis. Nicolotti directly addresses the thorny problem of the authenticity of the relic and the difficult relationship between history, faith, and science.
Fu aperto un processo a suo carico, ma la commissione incaricata di studiare il caso si orientò favorevolmente verso di lui, convincendosi della non autenticità della Sindone. Pare che anche papa Leone XIII si fosse persuaso: non sustinetur, furono le sue parole. Essendo la famosa reliquia proprietà personale del re d’Italia, si preferì tuttavia non prendere alcuna decisione ufficiale, costringendo Chevalier a tacere. In seguito silenzio e censura calarono sul risultato del processo; anzi, si negò che esso fosse mai avvenuto. Questo saggio, che pubblica e interpreta per la prima volta sia la documentazione processuale della Santa Sede sia la corrispondenza personale dello studioso francese, ricostruisce nei particolari l’intera vicenda e la rilegge nel contesto in cui essa si è svolta, in un momento di profonda tensione culturale all’interno della Chiesa e alle soglie della crisi modernista.
Ce livre raconte la véritable histoire du suaire de Besançon et la création des fausses légendes médiévales le concernant. Il apparaît que l’entreprise d’Othon de la Roche fut inventée, sur la base de documents falsifiés, par l’auteur d’un écrit anonyme contenu dans le manuscrit 826 de la Bibliothèque d'étude et de conservation de Besançon ; ce manuscrit contient aussi un autre écrit, tout autant anonyme, qui, lui, nie l’authenticité de la relique. Le lecteur trouvera ici la transcription intégrale du manuscrit, accompagnée d’un commentaire historique, et découvrira l’identité des deux auteurs jusqu’ici inconnus.
Questo libro prende in esame ciascuna di queste prove e sottopone al vaglio della critica storica l’intera ricostruzione. La conclusione è che nessuno degli appigli documentali presentati può dimostrare ciò che si pretende, e che tutta la teoria è fondata su fraintendimenti, manipolazioni dei testi, approssimazioni ed errori materiali. Il collegamento tra i Templari e la Sindone, pertanto, risulta totalmente indimostrato. L’occasione fornisce lo spunto per una riflessione su un certo modo di scrivere la storia: interi edifici basati su castelli di supposizioni e forzature, nei quali l’uso della fantasia e l’intento di giungere in ogni modo ad una conclusione già decisa in partenza si sostituiscono ai consueti metodi e strumenti di lavoro propri dello storico. Questo genere di pseudostoria, che si nutre avidamente di sensazionalismo, trova largo spazio all’interno di libri, articoli giornalistici e programmi televisivi che si sostengono vicendevolmente; ciò alimenta la crescita di stereotipi e false credenze tra il grande pubblico dei non addetti ai lavori, allargando sempre più il divario già esistente tra questo genere di letteratura e la seria divulgazione storica."
------
Descrizione materiale della Sindone di Torino e della sua struttura tessile, con riferimento alla tecnologia di tessitura e ai paralleli riscontrabili nelle diverse epoche storiche, e confronto con quanto ci è noto dalla storia della tessitura e dall’archeologia, in particolare di area palestinese. Il manufatto si conferma pienamente compatibile con un’origine bassomedievale.
Alcuni saggi recentemente pubblicati invitano gli studiosi a prendere in considerazione la possibilità che la Sindone di Torino possa svolgere un ruolo importante all’interno della ricerca esegetica, storica e scientifica. Ciò dovrebbe stimolare una riflessione epistemologica e teologica basata su supposte caratteristiche inconsuete della Sindone stessa, fra cui l’evidenza della sua origine non umana. Certe risultanze scientifiche, inoltre, parrebbero escludere la possibilità che la reliquia sia un artefatto. Nel presente studio si propone un approccio del tutto diverso, negando alla Sindone qualsiasi ruolo nell’ambito dell’esegesi biblica e della storia del cristianesimo antico. Infine si sottolinea l’inattendibilità pseudoscientifica dei prodotti della ricerca “sindonologica”.
Tutti hanno sentito parlare della Sindone di Torino, oggetto di una devozione secolare. Meno conosciuta è la sua intricata storia. Si parte, nel Trecento, dall'accusa di falso lanciata dal vescovo sotto la cui giurisdizione si trova il villaggio francese in cui la Sindone compare la prima volta e si arriva alle accese dispute dei nostri giorni, fra storia e pseudo storia, fra scienza e pseudoscienza. L'incontro prende spunto dal libro di Andrea Nicolotti dell'Università di Torino e prevede l'intervento di studiosi di storia e di chimica della Sapienza: Emanuela Prinzivalli e Gaetano Lettieri (Storia del Cristianesimo e delle Chiese), Marco Bella e Luigi Campanella (Chimica), Alessandro Saggioro (Storia delle religioni). Sarà presente l'autore.
per informazioni: emanuela.prinzivalli@uniroma1.it
Aula A della sezione storico-religiosa del
Dipartimento di Storia, Culture, Religioni, h. 15.00
with the SISMEL has gathered high-level scholars of theology and political anthropology
to deepen the topics about the relationship between Christ and power, which
is at the center of medieval and modern political theology, at least starting from the
studies of Ernst H. Kantorowicz on Laudes regiae forwards. The meeting has compared
the modes – conceptual, metaphorical, ritual, as well as political and institutional –
that have induced the various medieval sovereignties to refer to Christ «King of the
kings and Lord of lords» (Ap 19, 16).
To undertake the various strategies based on this complex Christomimesis, starting
with studies that can be considered representative, special attention has been given
to universal sovereignties (Byzantium, Empire, Papacy), to some kingdoms (Norman,
France, England, Naples, Portugal, Castile), to the ducal courts of Burgundy and
Savoy, as well as to historical-artistic aspects linked with cultural and political events
of the Orvietan cathedral