M. Salvadori, M. Baggio, L. Zamparo (edd.), Forma e Immagine, Atti del Convegno internazionale (Università di Padova, Castelfranco Veneto, dicembre 2019), forthcoming
L’analisi di un nucleo omogeneo di crateri a colonnette apuli a figure rosse con rappresentazione... more L’analisi di un nucleo omogeneo di crateri a colonnette apuli a figure rosse con rappresentazione di indigeni del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, databili al 380-360 a.C. e attribuiti ad esponenti della Scuola del Pittore di Tarporley, consente di mettere in luce precise strategie di produzione seguite dai ceramografi apuli in rapporto alla distribuzione di tali manufatti presso le clientele della Peucezia.
The analysis of a homogeneous group of Apulian red-figured column-kraters with representations of italic people in the Museo Nazionale Jatta at Ruvo di Puglia, dating back to 380-360 B.C. and attributed to exponents of the School of the Painter of Tarporley, allows us to highlight defined production strategies followed by the Tarantine vase-painters in relation to the distribution of these artefacts in Peucetia.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Books
Contributi di:
Monica Baggio, Angela Ciancio, Adriana De Tullio, Mario De Tullio, Martine Denoyelle, Federica Giacobello, Giuseppe Maiellaro, Maria Emilia Masci, Stefania Montanaro, Maya Muratov, Claude Pouzadoux, Carmela Roscino, Clement Salviani, Aldo Siciliano
a cura di Giuseppe Maiellaro
Claudio Grenzi Editore
Il volume ne tratteggia la fisionomia storica, ricostruendone vita, personalità artistica, opere e capisaldi teorico-stilistici attraverso l'analisi integrata delle fonti letterarie e della documentazione archeologica relativa ai luoghi e ai monumenti che ne custodirono i dipinti, offrendo, con l'ausilio di nuove proposte di ricostruzione, una lettura organica e contestualizzata della sua attività alla luce di recenti acquisizioni della ricerca.
Papers
The analysis of a homogeneous group of Apulian red-figured column-kraters with representations of italic people in the Museo Nazionale Jatta at Ruvo di Puglia, dating back to 380-360 B.C. and attributed to exponents of the School of the Painter of Tarporley, allows us to highlight defined production strategies followed by the Tarantine vase-painters in relation to the distribution of these artefacts in Peucetia.
decorated with two images of a young woman (nude and dressed) with a polos, interpreted as a nymphe metamorphosed during different moments of
preparation to the wedding.
Contributi di:
Monica Baggio, Angela Ciancio, Adriana De Tullio, Mario De Tullio, Martine Denoyelle, Federica Giacobello, Giuseppe Maiellaro, Maria Emilia Masci, Stefania Montanaro, Maya Muratov, Claude Pouzadoux, Carmela Roscino, Clement Salviani, Aldo Siciliano
a cura di Giuseppe Maiellaro
Claudio Grenzi Editore
Il volume ne tratteggia la fisionomia storica, ricostruendone vita, personalità artistica, opere e capisaldi teorico-stilistici attraverso l'analisi integrata delle fonti letterarie e della documentazione archeologica relativa ai luoghi e ai monumenti che ne custodirono i dipinti, offrendo, con l'ausilio di nuove proposte di ricostruzione, una lettura organica e contestualizzata della sua attività alla luce di recenti acquisizioni della ricerca.
The analysis of a homogeneous group of Apulian red-figured column-kraters with representations of italic people in the Museo Nazionale Jatta at Ruvo di Puglia, dating back to 380-360 B.C. and attributed to exponents of the School of the Painter of Tarporley, allows us to highlight defined production strategies followed by the Tarantine vase-painters in relation to the distribution of these artefacts in Peucetia.
decorated with two images of a young woman (nude and dressed) with a polos, interpreted as a nymphe metamorphosed during different moments of
preparation to the wedding.
Un certain regard: scene di teatro e apostrofi iconiche nella ceramica italiota e siceliota.
Tra i vasi a figure rosse di Magna Grecia e Sicilia decorati con scene a tema teatrale, un ristretto gruppo di composizioni, quasi esclusivamente a soggetto comico, si contraddistingue per la rappresentazione frontale di singole figure di attori o, ancora più di frequente, per quella di personaggi che, pur non raffigurati in frontalità, rivolgono lo sguardo al di là dello spazio scenico e compositivo, in direzione dell’osservatore esterno del vaso. Si tratta di un artificio retorico trasposto in immagine (assimilabile all’“apostrofe iconica” definita da Françoise Frontisi-Ducroux per la ceramica attica) con il quale si sollecita l’attenzione dello spettatore, instaurando tra costui e la scena figurata forme di contatto e di interazione, dense di significato in rapporto alla concezione della visione in Grecia antica e che trovano confronto in specifici caratteri performativi della Commedia attica antica. Il fenomeno, finora non approfondito negli studi del settore, viene indagato con gli strumenti dell’analisi iconografica e visuale, mettendone in rilievo i caratteri generali e ricercandone le possibili valenze semantiche rivestite in ambito magnogreco e siceliota tra dinamiche metateatrali e tecniche di comunicazione visiva.