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Bomba
Veduta di Bomba
Stemma e Bandiera
Bomba (Italia) - Stemma
Bomba (Italia) - Stemma
Bomba (Italia) - Bandiera
Bomba (Italia) - Bandiera
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Bomba
Sito istituzionale

Bomba è un centro dell'Abruzzo.

Da sapere

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Precedentemente parte della comunità montana Valsangro, è accorpata alla Comunità montana sangro-vastese.

Cenni storici

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La prima citazione storica di Bomba si trova in pergamene ora nella Curia arcivescovile di Chieti inerenti tasse ecclesiastiche nel XII secolo.

Nel 1269, Carlo d'Angiò donò Bomba, insieme a Chieti e a molti paesi della vallata del Sangro e del circondario, a Ranulfo di Courtenay. Durante il censimento per la tassa del focatico, istituita da Alfonso V d'Aragona, si contarono a Bomba 79 fuochi, che equivalevano a 400 abitanti circa. Nel Cinquecento i fuochi erano divenuti 121 (per 600 abitanti circa). Feudatario di questo periodo era il filofrancese Giovanni Maria Annechino, che perse successivamente il proprio feudo non avendo voluto giurare fedeltà ai vincitori spagnoli. Il feudo fu quindi concesso a Giovanni Genovoyx, signore di Chalem.

In seguito passò a Giovan Battista Marino e da questi, nel 1631, al figlio Vincenzo. Morto quest'ultimo senza eredi il feudo ritornò al regio demanio e venne acquistato prima dai frati domenicani di Roma e poi da Giuseppe Caravita per conto del cardinale Carlo Pio di Savoia. In seguito passò al figlio di Giuseppe, Nicola Caravita, e nel 1699 fu acquistato dal marchese Tommaso Adinari, la cui famiglia lo mantenne fino alla fine del feudalesimo. La popolazione era calata a 61 fuochi (cioè circa 300 abitanti).

Nel 1866 Bomba ebbe 4 deputati al Parlamento del Regno d'Italia. Nel 1908 fu costruita l'illuminazione elettrica. All'inizio del Novecento furono costruiti degli acquedotti per l'impianto idrico.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Bomba (Italia)

Il suo territorio comunale comprende anche i paesi di Sambuceto e Vallecupa.

Come arrivare

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In aereo

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  • Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, +39 085 4324201.

In auto

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  • A14 Casello autostrade Val di Sangro sull'autostrada Adriatica.
  • È interessata dalla ex strada statale 652 di fondo valle Sangro

In autobus

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  • Linee di pullman gestite da ARPA - Autolinee regionali Pubbliche Abruzzesi


Come spostarsi

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Cosa vedere

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  • 42.0349514.3657861 Chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo. Il primo edificio, eretto su una rupe in posizione dominante nella Valle del Sangro, risale al 1100 circa. Del precedente luogo di culto non restano tracce, poiché su commissione di don Bertrando Spaventa (parroco di Bomba dal 1741 al 1761 e zio dei celebri Silvio e Bertrando Spaventa), fu completamente ricostruita intorno alla metà del XVIII secolo. Il portale laterale risale infatti al 1742, come testimoniato da un'iscrizione. Per ampliare la chiesa venne inoltre incassata nei muri la torre campanaria, sopraelevandola poi di un piano. La lapide del religioso, posta sulla controfacciata accanto all'ingresso principale, attesta che i lavori di rifacimento terminarono nel 1757.
    La facciata, è rivolta verso Ovest, con il suo stile barocco si armonizza con il campanile. L'interno presenta una pianta a croce greca con abside allungata.
    Il coro in legno di noce, ubicato nell'abside, i confessionali e il pulpito sono opera di Domenico De Simone di Agnone. Il primo, ornato da alto e bassorilievi, presenta tre riquadri che rappresentano il Re Davide che fa atto di pentimento (a sinistra), la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre (al centro) e il profeta Natan che rimprovera Davide per avere commesso adulterio (a destra). Nell'angolo superiore sinistro del riquadro di destra vi è una Madonna dai lineamenti simili a quella della pala che sovrasta l'altare.
    Sulle fiancate laterali vi sono diverse cappelle, tutte risalenti al XVIII secolo. Le pitture che sovrastano gli altari delle stesse sono quasi tutte attribuite a Ludovico De Majo. Sul lato destro vi sono le cappelle del Purgatorio, della Madonna del Rosario e, dopo il battistero, quella di Sant'Antonio. Sul lato sinistro quelle di San Giuseppe, di San Donato (patrono di Bomba), e di San Domenico, attribuita al caposcuola napoletano cavalier Giacomo Farelli. Nella cappella di San Donato sono presenti inoltre numerose reliquie.
    La chiesa è dotata di statue in legno e in terracotta, prevalentemente risalenti al XVIII secolo, con l'eccezione di una del XV secolo raffigurante San Sebastiano, probabilmente di scuola toscana.
    Gli stucchi mostrano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, quali San Michele e Lucifero, la cacciata dei mercanti dal Tempio, la Maddalena che lava i piedi a Gesù, il figliuol prodigo, il Battesimo di Cristo, la regina Ester che implora la salvezza per il suo popolo, la Samaritana, Zaccheo, l'adultera. I capitelli e le colonne sono arricchiti da decorazioni in oro. Nella cupola sono presenti i simboli dei quattro evangelisti con le virtù cardinali.
  • 42.03554214.3615372 Santuario di San Mauro Abate. La chiesa originaria è del XII secolo, mentre l’edificio attuale venne iniziato nel 1954 su progetto di Alessio Mancini ed inaugurato nel 1963. Degli stucchi sono di Reni e alcune opere dei fratelli Bravo. Sopra l'ingresso vi è un lunotto a mosaico realizzato raffigurante San Mauro con i malati. Davanti alla facciata c'è un porticato. L'interno è ad unica navata.
    Il culto di San Mauro è assai diffuso in Abruzzo e si perde nelle origini del Cristianesimo; il Santo è uno dei patroni di Bomba. Viene invocato per i dolori artritici, i reumatismi e il mal di denti.
    Per i malati di artrosi e di reumatismi viene offerto dai monaci del santuario un olio (previa questua), posto su una pietra secolare, da applicare sulle parti doloranti in loco, ma si può portare tale olio anche a casa in ampollette. Invece per i mal di denti i fedeli devono afferrare una corda collegata ad una campana, sempre sita nel santuario, detta appunto di San Mauro, e dare degli strattoni facendo suonare la campana.
    Si tratta di tradizioni medievali miste a superstizioni e fede; fatto sta che l'edificio di culto richiama molti fedeli i quali lasciano degli ex voto che tappezzano le pareti dell'edificio.
  • 42.03867114.3638733 Chiesa di Sant'Anna. È stata costruita nel 1730 da Bernardo Carlini di Casoli, come ricordato da una iscrizione all'ingresso. L’interno è ad un'unica navata. Nella parete dietro l'altare vi era un quadro della Madonna con angeli ed un nobile orante attribuito a Felice Ciccarelli (XVI secolo). Nel 1930 la chiesa subì un crollo causa dei lavori a delle fognature viciniori, dopo il susseguente restauro il quadro di Ciccarelli misteriosamente scomparve. La chiesa conserva di Sant'Anna, San Francesco di Paola e della Madonna del Carmine.
  • Chiesa di Santa Maria del Sambuco (a Sambuceto). Il nome della chiesa deriva dal fatto che la Madonna apparve ad alcuni fedeli su una pianta di sambuco; perciò i fedeli a partire dal 1649 incominciarono a costruire la chiesa, all’inizio una semplice cappella, poi allargata man mano fino all'aspetto odierno.
    Il primo ampliamento è del 1738, epoca di cui rimane un’acquasantiera. Il secondo ampliamento (con restauro) fu del 1967. In epoca recente risulta una nuova tinteggiatura della chiesa che lascia però le scritte originarie.
    Opere principali all'interno, barocco e ad unica navata, sono un quadro raffigurante l'apparizione della Madonna del Sambuco alla quale è dedicata la chiesa; una statua della Madonna; un crocifisso.
  • Chiesa di San Rocco (a Vallecupa in località Valle dei Monaci). La chiesa è di recente costruzione e sorge sul luogo di un preesistente convento celestiniano, di cui rimangono dei ruderi.
    La facciata è romanico-gotica con lesene e rosoni che movimentano l'insieme; in alto a destra sorregge una celletta campanaria. L’interno consta di una sola navata con ai lati una cappella per parte.
  • Chiesa di Sant'Antonio al Ponte (nell'omonima località di Sant'Antonio al Ponte). Fu edificata nel 1525 per volontà del barone Antonio Annechino. La dedica a sant'Antonio Abate è forse dovuta alla sua ubicazione presso l'incrocio di vari rami di tratturo. In zona vi fu probabilmente una cappella preesistente di uno "spedale di Sant'Antonio a Bomba" citato nel 1339.
    La facciata dell'edificio ha un coronamento con timpano curvo con doppia fila di romanelle immesse nella muratura. Il portale ligneo architravato ha una decorazione al centro e due finestrelle votive con stipiti e architravi in pietra calcarea. Sopra l'ingresso vi sono una grande finestra con arco a sesto ribassato ed una finestrella-oblò circolare. L'aula di forma rettangolare è sormontata da una calotta bassa affrescata; nell'abside con volta a botte affrescata si custodisce la statua di Sant'Antonio da Padova. Ai lati dell'aula sono posti quadri di Francesco de Benedictis. L'antica abitazione del sacerdote, addossata alla chiesa, è ora adibita a magazzino.
  • Chiesa di San Mauro fuori le mura. Costruita nel XIII secolo, custodisce le sepolture degli ultimi marchesi che governarono la città nel XVIII secolo.
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate.
  • Museo, via Roma. Fondato nel 1990, il museo si sviluppa in sei stanze che riproducono la tipica abitazione contadina della zona e nelle quali vengono raccolti gli antichi strumenti utilizzati per millenni nella vita quotidiana delle popolazioni locali.
  • Mura urbane e porte. Forse risalenti al XII secolo. Una delle porte fu rimaneggiata nel XVIII, mentre altre sono danneggiate dal passare del tempo o scomparse lasciando solo tracce. Un sotto-portico conduce dalla piazza centrale al centro storico: si accede tramite un arco a tutto sesto sui cui stipiti è presente l'iscrizione VB, che indicherebbe Universitas Bumbae.
  • Palazzo Spaventa. realizzato probabilmente nel XIX secolo.
  • Palazzo Scotto. realizzato nel XVIII secolo.
  • Palazzo Nasuti. presenta soffitti a volta in parte affrescati.
  • Palazzo comunale, piazza Matteotti. realizzato nell'Ottocento.
  • Palazzo baronale. di origine forse cinquecentesca.

Di interesse ambientale

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Veduta panoramica del lago di Bomba e del paese di Pietraferrazzana
  • 41.99937914.3614754 Lago di Bomba. Appartenente ai comuni di Bomba, Pietraferrazzana, Colledimezzo, Villa Santa Maria, è uno specchio d'acqua di origine artificiale; il lago di Bomba fu creato sbarrando la valle del fiume Sangro a mezzo di una diga in terra con materiali alluvionali del fiume.
    Il bacino creato a monte della diga è di 863 km² con una capacità di 64 milioni di m³. La diga convoglia acqua alla centrale idroelettrica dell'ACEA nel comune di Altino, in cui arrivano anche le acque del fiume Aventino raccolte nell'invaso artificiale di Casoli.
    Meta di turismo estivo nonché di pesca, sulla sponda meridionale si può godere di una vista sulla Maiella; tutti i Comuni che insistono sul lago offono servizi turistici come camping, ristoranti e agriturismi.
    Il lago di Bomba è anche campo di gara ufficiale di canottaggio e nel 2009 si sono svolte le gare di questo sport nell'ambito dei Giochi del Mediterraneo di Pescara.
    Nel settembre 2010 è stato sede dei campionati italiani assoluti di canoa e kayak.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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Nel suo territorio si produce un ottimo olio di oliva; Bomba fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'olio.

Come divertirsi

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Dove mangiare

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Dove alloggiare

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Sicurezza

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Farmacia


Come restare in contatto

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Poste

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Nei dintorni

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  • Atessa L'abitato si snoda sulla sommità di un rilievo dalla pianta a forma di mezzaluna. Vanta un centro storico con mura e porte urbiche costellato da numerosissime antiche chiese.
  • Casoli Il centro urbano, raccolto attorno al castello ducale e alla chiesa parrocchiale, è arroccato su un colle alla destra del fiume Aventino, ai piedi della Majella.
  • Roccascalegna Il suo castello, posto sulla cima di una sporgenza rocciosa come un nido d’aquila, domina sull'abitato; il piccolo borgo, composto da poche e basse case, si sviluppa ai piedi della rocca.
  • Torricella Peligna


Altri progetti

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