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Law and the City / Le novità per chi ha il pre-settled status

Law and the City / Le novità per chi ha il pre-settled status

La rubrica mensile di consigli legali per gli italiani residenti nel Regno Unito

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Molti cittadini europei, tra cui tanti italiani, hanno ricevuto nell’ultimo periodo una mail da parte di Home Office con la quale gli si comunica che dalle informazioni in loro possesso risulta che gli stessi detengono il pre-settled status, e potrebbero avere i requisiti per convertirlo in settled status, invitandoli a presentare la domanda. Questo, a meno che non abbiano già richiesto (e/o ottenuto) il settled status o la cittadinanza britannica. Qualora così non fosse, e comunque non ci si attivasse, continua la comunicazione, il pre-settled status verrà prorogato per ulteriori due anni.

Nella seconda metà del 2024, conclude il Ministero dell’Interno, verrà implementato il processo di conversione automatica del pre-settled in settled status, ma su questo punto verranno forniti ulteriori chiarimenti.

In molti ci hanno contattati chiedendo chiarimenti su come regolarsi: significa che non bisogna più affrettarsi a richiedere il settled status, che tanto presto lo riceveremo in automatico? La stampa, poi, parla anche di altre modifiche, tra cui il venir meno dei controlli sul diritto di lavorare/affittare: siamo dunque tornati ad una situazione pre Brexit?

Non proprio: facciamo un po’ di chiarezza. Infatti, oltre a questa comunicazione, ci sono molte altre recenti novità che riguardano i titolari di pre settled status (e i loro datori di lavoro).

Ma prima di tutto… Come siamo arrivati a questo punto?

Chiariamolo subito: la Brexit non è stata cancellata con un colpo di spugna e per vivere e lavorare in Regno Unito bisogna continuare a rispettare le norme sull’immigrazione. Le modifiche al EU Settlement Scheme sono la conseguenza della sentenza dell'Alta Corte britannica del febbraio 2023 che ha stabilito che, in conformità con l'Accordo di recesso, è illegittimo che i titolari di pre-settled status perdano il diritto di residenza solo perché (come previsto dall’EU Settlement Scheme nella versione originaria), prima della scadenza del loro status, non abbiano presentato una nuova domanda di conversione del pre settled in settled status. Se continuano a sussistere i requisiti, e i cittadini hanno maturato una residenza continuativa qualificata secondo le condizioni dell’Accordo di Recesso, ha detto l’Alta Corte, si acquisiscono i diritti di residenza permanente, seppure non ci si è attivati per la conversione.

Si noti che ciò significa dimostrare un periodo, iniziato entro il 31 dicembre 2020, di cinque anni di esercizio dei diritti di libera circolazione nell'UE (e cioè come lavoratori, studenti, o persone economicamente autosufficienti, piuttosto che semplicemente cinque anni di residenza).

I cambiamenti di luglio 2023…

Con l’obiettivo di attuare le disposizioni della sentenza dell'Alta Corte, nel luglio 2023 il Ministero dell'Interno ha pubblicato uno Statement of changes che, tra le altre cose, confermava che a partire da settembre 2023 il Ministero dell'Interno avrebbe accordato una proroga automatica di 2 anni ai pre-settled status in scadenza (appunto, la lettera dalla quale siamo partiti). Questo, perché si avvicinava la data in cui i primi pre-settled, concessi quando lo schema è stato avviato, sarebbero arrivati alla scadenza “naturale”.

Il Ministero dell'Interno ha inoltre dichiarato che nel 2024 intende adottare misure per convertire automaticamente il maggior numero possibile di pre-settled in settled status, senza che sia necessario presentare una domanda. Il modo in cui il Ministero dell'Interno concederà la conversione automatica o condurrà i controlli necessari prima di accordarla non sarà chiaro fino a quando non saranno pubblicate le linee guida. Si presume che l'intenzione sia quella di utilizzare le informazioni personali presenti nei database dell'HMRC e del DWP (i dati relativi a tasse e pensioni), utilizzando il National Insurance Number della persona, ma si attendono chiarimenti.

… e quelli di maggio 2024

Il 21 maggio 2024, il Ministero dell'Interno ha annunciato ulteriori cambiamenti che avranno un impatto sui titolari di pre-settled status, tra cui la modifica della durata del periodo di estensione automatica, che passa ora da 2 a 5 anni (maggiori dettagli nel seguito).

Soprattutto, ha annunciato una serie di modifiche che rispondono ai problemi di discriminazione di cui sono stati vittima i titolari di pre-settled status, ai quali, in alcuni casi, è stato negato un lavoro o la possibilità di affittare un immobile perché avevano una “durata residua” di pre-settled status troppo ridotta.

a)Data di scadenza visibile solo da parte del titolare ma non dai terzi

Per contrastare questo problema, uno dei cambiamenti annunciati dal Ministero dell'Interno è l'eliminazione della data di scadenza del pre-settled status dai profili digitali condivisi con i terzi nei servizi di controllo online (Right to Work, Right to Rent e View and Prove your status). Dunque, l’ipotetico datore di lavoro vedrà che abbiamo uno status secondo il EU Settlement Scheme, ma non quando questo scade. Questo cambiamento non è ancora entrato in vigore e la data di attuazione non è stata annunciata.

b)Nessun controllo successivo

Allo stesso modo, verrà eliminato l'obbligo per i datori di lavoro e i proprietari di casa di effettuare controlli successivi una volta che il pre-settled status è stato inizialmente verificato. Ricordiamo che oggi i datori di lavoro e i proprietari di casa hanno obbligo di verificare, attraverso controlli successivi, che il lavoratore/affittuario abbia ancora diritto a vivere e lavorare in Regno Unito.

c)Cambiamenti che riguardano i titolari di pre-settled status

L’estensione automatica, dicevamo, passerà da 2 a 5 anni. Sicuramente si tratta di una buona notizia, ma attenzione: questo non significa che siano cambiati i requisiti per ottenere il settled status, e anzi, anche se attualmente il Ministero dell'Interno afferma che concederà queste estensioni automaticamente, più avanti nel 2024 c'è la possibilità che, se verificherà che una persona ha interrotto la sua residenza continuativa, non concederà l'estensione automatica e potrà addirittura revocare il pre-settled status esistente, oppure se lo status di una persona è stato erroneamente esteso automaticamente, potrebbe poi contattare la persona per avviare un processo di revoca.

È infatti importante ricordare che la sentenza dell'Alta Corte e questi sviluppi non hanno cambiato nulla per quanto riguarda le regole di ammissibilità del settled status. Per ottenere il diritto di vivere lavorare o studiare in Regno Unito a tempo indeterminato secondo il EU Settlement scheme, una persona dovrà sempre dimostrare di aver risieduto in modo continuativo nel Regno Unito per un periodo di 5 anni iniziato entro il 31 dicembre 2020.

5 anni di "residenza continuativa" significa che per 5 anni consecutivi si è stati nel Regno Unito, salvo eccezioni, per almeno 6 mesi in ogni 12 mesi. Pertanto, se la residenza continuativa è stata interrotta in un momento successivo al 31 dicembre 2020, questa proroga non dovrebbe contribuire ad accumulare il periodo di residenza qualificante.

E adesso?

A prescindere da come deciderà di attivarsi il Ministero dell'Interno nell’introdurre la concessione automatica del settled status, il consiglio per tutti i titolari di pre-settled status che abbiano i requisiti per la conversione è quello di presentare la domanda il prima possibile, poiché è questo il modo più chiaro ed immediato per far valere i propri diritti.

Proprio in considerazione delle tante modifiche già intercorse o in corso di implementazione, come di recente ricordato anche dal Consolato Generale di Londra, è inoltre estremamente importante mantenere sempre aggiornato il proprio status digitale per assicurarsi di ricevere in modo tempestivo qualsiasi comunicazione da parte del Ministero dell'Interno, ma anche per evitare eventuali problemi alla frontiera.

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