Venerdì, 11 Ottobre 2024
La lettera

Primo giorno di scuola, l'arcivescovo scrive a studenti e docenti: "Usate parole belle e buone"

Nel documento il pastore della chiesa agrigentina si sofferma sui concetti di fragilità e ansia

"Stimatissimi docenti e carissimi studenti anche quest'anno ho pensato di scrivervi alcune righe per augurarvi, alla riapertura delle scuole, un buon lavoro".

Inizia così una lettera diffusa dall'arcivescovo di Agrigento don Alessandro Damiano in occasione della prima campanella, che suonerà oggi un po' ovunque in provincia.

"Desidero sostare brevemente con voi su un tema che mi sta a cuore - scrive -. Forse siamo divenuti tutti, in questi tempi, una facile preda dell'ansia e della fragilità, non solo fisica ma anche psichica e spirituale. La parola 'ansia', etimologicamente, deriva dal verbo latino 'ango', che significa 'stringere', 'soffocare'. L'ansia è, dunque, ciò che ci soffoca, che restringe i nostri orizzonti; ciò che ci toglie la speranza, che ci impedisce di pensare e di implementare il bene. Fragile trova la sua origine nel verbo latino frangere, ossia rompere. Fragile è, quindi, chi si rompe con facilità, chi non ha capacità di resistenza e di resilienza. Fragile, quindi, può significare anche chi infrange il tessuto connettivo e costitutivo delle relazioni sociali sino, ahimè, a eliminare fisicamente l'altro; sia nelle guerre tra popoli sia nelle nostre città".

In conclusione l'arcivescovo rivolge a tutti un augurio: "quello di dare in voi 'domicilio' a 'parole belle e buone' e, soprattutto, alle parole del Vangelo. Parole che danno vita e non morte. Parole che ci fanno diventare instancabili tessitori di speranza e di pace".

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