Giudizio (diritto)

decisione formale presa da un tribunale a seguito di una causa
Disambiguazione – Se stai cercando il provvedimento in uso nel diritto moderno, vedi provvedimento giurisdizionale.

Il giudizio è una decisione - detta provvedimento giurisdizionale - emessa da un organo giurisdizionale in merito all'applicazione o l'interpretazione giuridica di una leggi.

Nell'antichità il giudizio - risultato finale dell'amministrazione della giustizia - era emesso dal re o dal capo della comunità ed era basato su una combinazione di saggezza e usi e costumi, interesse per l'autorità e/o per la comunità, applicabilità della sentenza.

Nel tempo si affermò sempre più l'emissione del giudizio sulla base di leggi scritte che sostituirono gradualmente le tradizioni orali e l'arbitrio dei giudici[1].

Descrizione

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Trattandosi di un comportamento umano che coinvolge gli interessi e la vita delle persone è spesso soggetto ad essere fallace e - quasi sempre - oggetto di valutazioni contrastanti sulla sua validità a seconda degli interessi in causa.

Viene generalmente emesso dal giudice, ovvero colui che è chiamato dalla collettività o posto dall'autorità a giudicare, esprimere un parere o sentenza.

  1. ^ V. Max Weber, Economia e Società. Sociologia del Diritto, III, a cura di Pietro Rossi, Milano, 1961, p. 132, secondo cui la secolarizzazione occidentale del diritto - tendente alla stabilità e alla calcolabilità della procedura giuridica – trovava in Oriente una smentita nella giustizia materiale, detta “giustizia di cadì”.

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Collegamenti esterni

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