ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùPolitica monetaria

La Fed apre una nuova era: maxi taglio di mezzo punto

I «dots» indicano un’altra riduzione da 50 punti base entro la fine dell’anno, e di un punto percentuale nel 2025

di Riccardo Sorrentino

3' di lettura

Mezzo punto percentuale. La Federal reserve, un po’ a sorpresa, ha tagliato i tassi di 50 punti base, invece dei previsti 25 punti base, portando i Fed funds targets al 4,75-5%, dal 5,25%-5,50%. «È un segno della nostra fiducia», ha spiegato in conferenza stampa il presidente Jerome Powell, il quale ha aggiunto che non è una dichiarazione di vittoria sull’alta inflazione. La decisione è stata presa a maggioranza: Michelle W. Bowman avrebbe preferito un taglio di soli 25 punti base.

La Fed ha di conseguenza rivisto al ribasso tutte le previsioni per i tassi futuri: per fine anno la mediana delle indicazioni dei singoli governatori punta al 4,25-4,50%, corrispondente a ulteriori riduzioni per 50 punti base. Un altro punto potrà essere tagliato l’anno prossimo.

Loading...

I rischi diventano bilanciati

Alla base della decisione c’è una diversa valutazione delle condizioni dell’economia Usa. La Fed ha preso atto del rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro, emerge dal comunicato, mentre l’inflazione «ha compiuto ulteriori progressi», anche se resta elevata. Soprattutto il comitato di politica monetaria (Fomc) ha «acquisito maggior fiducia sul fatto che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso l’obiettivo». Anche la bilancia dei rischi è ormai valutata «grosso modo in equilibrio», e la politica monetaria non è più, sempre secondo il comunicato, impegnata a raggiungere solo l’obiettivo di inflazione del due per cento: ora compare anche quello di «sostenere la massima occupazione».

Nuove previsioni sui tassi

La conseguenza immediata di questa nuova fase, più aggressiva di quanto anticipato, sono le nuove previsioni espresse dai “dots”, dalle singole indicazioni dei governatori. La mediana ora punta, per il 2024, al 4,25-4,50%, pari a una riduzione di altri 50 punti; per il 2025 al 3,25-3,5% corrispondenti a un taglio di un altro punto; e per il 2026 al 2,75%-3% (altri 75 punti base), che dovrebbe essere il punto terminale di questo ciclo, confermato per il 2027. In coerenza con queste proiezioni, il tasso di lungo periodo è stato leggermente aumentato al 2,75%-3%. La Fed, ha confermato Powell, continuerà a prendere le sue decisioni sulla base dei dati e senza seguire un percorso predefinito.

Il cambiamento, rispetto a giugno, è importante: tre mesi fa la Fed immaginava di portare i tassi al 5-5,25% a fine anno, pari a un taglio complessivo di soli 25 punti base. Il costo ufficiale del credito a brevissimo termine sarebbe dovuto poi calare al 4%-4,25% a fine 2025 e al 3%-3,25% a fine 2026.

Ritorno alla «normalità» a fine 2026

Le proiezioni macroeconomiche di settembre sono coerenti con il nuove scenario di un ritorno alla “normalità” entro il 2026. Hanno confermato le indicazioni sulla crescita di giugno: 2,1% quest’anno, 2% nel 2025 e nel 2026 (e nel 2027, entrato per la prima volta nell’orizzonte temporale delle stime). L’inflazione Pce è stata invece rivista al ribasso: 2,3% quest’anno (dal 2,6%), 2,1% il prossimo (dal 2,3%), e 2% nel 2026 (e 2027). Analogamente l’inflazione core è ora prevista al 2,6% a fine anno (dal 2,8%), al 2,2% nel 2025 (dal 2,3%), al 2%, invariato, nel 2026 (e nel 2027). Soprattutto, il tasso di disoccupazione dovrebbe passare dal 4,4% di quest’anno (4% a giugno), al 4,4% del 2025 (dal 4,2%), al 4,3% del 2026 (dal 4,1%) al 4,2%, corrispondente al valore di lungo periodo, nel 2027. A giugno il tasso di disoccupazione era pari al 4,1%, è poi salito al 4,3% a luglio, ed è sceso al 4,2% ad agosto.

Se tre mesi fa la Fed vedeva quindi un lento incremento della disoccupazione, prima del ritorno a un livello “normale”, ora ritiene - in base al trend di rallentamento della creazione di nuovi posti - che il balzo avverrà nei prossimi mesi e ha agito di conseguenza. «L’economia Usa è in buona forma», ha spiegato in ogni caso il presidente, mentre il mercato del lavoro resta «solido».

«Indipendenti dalla politica»

A proposito del rischio che il taglio, superiore alle attese, sia interpretato come un sostegno politico all’amministrazione uscente, Powell ha risposto che la Fed prende «una decisione come gruppo e poi la annunciamo. È sempre così. Non si tratta mai di altro. Nient’altro viene discusso e vorrei anche sottolineare che le cose che facciamo influenzano davvero le condizioni economiche per la maggior parte con un ritardo».

Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti